Scopo dell'Accedemia Medicina Integrata
Mission Accademia Medicina Integrata
Per capire il concetto di Medicina Integrata e del perché serve un approccio olistico per la cura dobbiamo chiederci come e perché compaiono le malattie.
La malattia non è un effetto del caso ed è proprio per questo che è reversibile. Non è una semplificazione affermare che tutte le malattie croniche derivano da una infiammazione cronica silente.
Vediamo perché. L’infiammazione è la via comune a tutti i processi che sfidano il sistema biologico. L’infiammazione è l’attivazione del sistema immunitario. Questo può essere attivato da un batterio, un virus, un alimento, uno stile di vita o un evento psicologico.
Per esempio, dopo pochi secondi da un evento stressante molto forte raddoppia la concentrazione del TNFalpha, la glicemia si alza e dunque c’è una risposta biologica che parte da un evento psicologico.
Anche il mangiare la sera può attivare il processo immunitario che si verifica quando i raggi solari raggiungono il tratto retino-ipotalamico, un’area profonda del mesencefalo chiamato “nucleo sopra chiasmatico”, considerato un orologio biologico, regolato sulle variazioni di luce.
Quando entra la luce accade una regolazione epigenetica del DNA che porta ad un’attivazione degli enzimi digestivi. Quando c’è la fase di buio il processo viene invertito, per cui l’introduzione di alimenti quando la luce è bassa trova un sistema non pronto a riceverli.
Di notte le strutture cellulari assumono un’attivazione diversa, più pronta alla depurazione.
Se si mangia troppo tardi la sera e questo accade costantemente, si accumulano tossine che non vengono smaltite e si attivano quei processi che portano all’infiammazione. A maggior ragione una dieta errata o la presenza di intolleranze alimentari può innescare il processo infiammatorio cronico per accumulo di tossine.
All’evento biologico o psicologico segue un imbuto di risposta biologica comune: l’attivazione del sistema immunitario e l’infiammazione. Se non si rimuove l’innesco quest’ultima diviene cronica.
L’infiammazione cronica comporta una serie di messaggi chimici “alterati”: si verifica un aumento di Interleuchina 1 e 6 (IL1, IL6); la IL6, a sua volta, impedisce la produzione di serotonina, il neurotrasmettitore del piacere e del buon umore, deviando il segnale verso la formazione di acido chinolonico, una molecola che va a danneggiare i recettori della memoria in un’area dell’ippocampo.
Sempre la IL6 attiva delle sostanze che distruggono le cellule dell’area dell’appetito che, in un uno stato infiammatorio, viene alterato, determinando momenti in cui non riusciamo a regolarci con l’assunzione di cibo e, magari, abbiamo anche una perdita della memoria.
L’infiammazione cronica alterata induce sintomi vaghi aspecifici, quali: dolori articolari, perdita della libido, disturbi dell’erezione, caduta dei capelli e problematiche di sonno perché la IL6 ha la capacità di interferire con la sintesi della melatonina.
L’infiammazione cronica consuma il glutatione la cui carenza provoca una riduzione della Interleuchina 12 che provoca un’accentuazione della risposta immunitaria TH2 cioè verso la produzione di anticorpi, nello stesso tempo, determina la riduzione dei linfociti TH1, cioè le cellule citotossiche che devono moderare la risposta immunitaria la quale, non controllata, cronicizza e diventa “ridondante”. L’eccesso di produzione di anticorpi può determinare l’innesco di malattie autoimmunitarie, oppure la produzione di sostanze pro-allergeniche che provocano le intolleranze alimentari o problemi cutanei.
A livello cellulare avvengono cambiamenti che poi, sono alla base della malattia accusata: la cellula va in lock down perché l’infiammazione gli toglie l’ossigeno; il macrofago scifta verso il fenotipo infiammatorio e attiva un enzima che si chiama Eparanase che “taglia” l’Eparina disattivandola e crea iper-coagulazione del microcircolo.
La cellula possiede dei sensori che la informano di ciò che sta accadendo. I mitocondri svolgono un ruolo centrale. Essi sono la centrale energetica della cellula, il nostro sistema per estrarre energia dagli alimenti, soprattutto dai grassi. L’infiammazione cronica blocca questo sistema di approvvigionamento di energia dai substrati lipidico. Le cellule interessate dai processi infiammatori, scelgono, per la produzione di energia, solo gli zuccheri, una situazione molto vicina all’effetto Warburg. Ne deriva un aumento dei radicali liberi di ossigeno detti ROS. In sostanza i ROS contengono elettroni che “informano” il DNA del nucleo cellulare ad attivare dei programmi trascrizionali che promuovono l’accensione di geni prima non trascritti.
Questi “nuovi” geni servono alla cellula per contrastare l’ambiente extracellulare, diventato tossico, che mette in pericolo la vita stessa della cellula.
Perciò se queste condizioni si prolungano nel tempo la cellula si deve adattare, sembra che “impazziscano”, ma in realtà, la loro follia altro non è che una forma di adattamento a un ambiente tossico.
L’impazzimento delle cellule malate non è quindi, frutto del caso, come abbiamo pensato fino ad oggi ma è frutto di un adattamento continuo nel tempo a fenomeni infiammatori cronici.
La malattia è la risposta cellulare che passa da una crisi iniziale ad una fase finale di catastrofe genetica.
La catastrofe genetica cellulare ha due possibilità:
1. Accelera i processi di invecchiamento della cellula che quindi muore, determinando i processi DEGENERATIVI;
2. Sviluppa delle modificazioni che portano la cellula a differenziarsi, inducendo, ONCOGENESI.
Nel primo caso abbiamo le MALATTIE DEGENERATIVE: Alzheimer, Parkinson, malattie infiammatorie croniche dell’intestino, maculopatie della retina e tutte le altre patologie degenerative.
Nel secondo caso la cellula, “perde l’informazione” e sviluppa un sistema di replicazione senza fine ed è questa la caratteristica della cellula tumorale che è molto simile alla cellula staminale.
Riassumendo, le due braccia dell’infiammazione cronica sono la degenerazione di tipo necrotico e la degenerazione di tipo proliferativo.
Ai fini terapeutici è dunque, fondamentale “sfiammare” il corpo, rimetterlo in equilibrio, restituendogli la capacità di reagire in maniera “normale” e aiutando la sua capacità di rigenerarsi in maniera naturale.
In AMI, ogni paziente avrà il suo percorso terapeutico individuale e multidisciplinare che si svolgerà in una serie di incontri che avranno come base comune solo i primi tre incontri il cui svolgimento può essere schematizzato come segue:
1. PRIMO INCONTRO: diagnosi ed esami clinici – esame olistico del paziente attraverso metodologie diagnostiche integrate – prescrizioni esami clinici (se necessario);
2. SECONDO INCONTRO: combattere l’infiammazione – terapia d’organo (Omeopatia, Fitoterapia o Agopuntura per trattare l’organo sede di infiammazione) – drenaggio emuntoriale (fegato, reni, intestino, pelle, linfatico e connettivo) – studio dietetico/ alimentare e riequilibrio del microbiota- integrazione su misura- prescrizione di terapia farmacologica (se necessaria).
3. TERZO INCONTRO: approfondimenti diagnostici attraverso metodiche di medicina integrata (Iridologia, analisi microscopica in campo oscuro, eliminazione delle emozioni “tossiche” attraverso tecniche non invasive di medicina integrata.
Il PERCORSO TERAPEUTICO a seguire sarà “CUCITO SU MISURA” di ogni paziente e potrà prevedere cicli di sedute di Ozonoterapia, Agopuntura, Riflessologia Plantare e Tuina, sedute di biorisonanza, revisione del piano alimentare, dello schema integrativo e delle terapie farmacologiche.
Alcuni incontri potranno essere svolti ON-LINE e si svolgeranno come indicato al punto VIDEO-CONSULTO MEDICO (meglio TELEMEDICINA) della HOME page